Qualche numero per iniziare…
Nel 2014 le separazioni sono state 89.303 e i divorzi 52.335 (fonte: www.istat.it).
Nel 2012 il 73,3% delle coppie che si sono separate avevano figli. Per quel che riguarda i divorzi le coppie con figli erano il 66,2% del totale (fonte: www.axerta.it).
La separazione è un processo, come l’affrontano i figli?
La separazione può essere definita un processo in quanto avviene nel tempo: possono essere tanti gli eventi che portano a maturare questa decisione. Quando i genitori si separano, spesso i figli sono “spettatori passivi” di quello che accade.
Questo può avvenire perché i genitori sono talmente impegnati a discutere le modalità della separazione e/o del divorzio e a gestire le proprie reazioni emotive che rischiano di “perdere di vista” le esigenze dei propri figli.
Nei figli, indipendentemente dall’età, si possono avere delle risposte emotive e comportamentali differenti ma che, nella maggior parte dei casi, sono accomunate da rabbia, senso di colpa, frustrazione, paura.
A volte dimentichiamo che i bambini hanno una sensibilità molto spiccata, come se avessero delle antenne che consentono loro di percepire i cambiamenti che avvengono intorno a loro.
Quando si creano delle tensioni in famiglia, i bambini se ne accorgono e possono pensare di esserne la causa: magari si sono “comportati male” e credono che le discussioni tra i genitori abbiano avuto origine da questo.
Non dimentichiamo che i bambini sono autocentrati e pensano fortemente che le cose che accadano dipendano da loro e dalle loro azioni. Oppure possono aver paura di essere abbandonati da uno dei due genitori e di perdere i punti di riferimento che hanno avuto fino a quel momento.
Allo stesso tempo è molto difficile per loro riuscire ad esprimere le emozioni e i sentimenti che provano: è più facile manifestare i propri vissuti attraverso il pianto, il rifiuto oppure con comportamenti aggressivi o addirittura con delle regressioni comportamentali (ad esempio, potrebbero ricominciare a succhiarsi il dito o a fare la pipì a letto).
Inoltre, possono manifestare problemi nel sonno (ad esempio vogliono tornare a dormire con i genitori, oppure non dormono affatto, fanno incubi…) o con il cibo, rifiutandolo.
Come si possono aiutare i bambini che stanno vivendo una situazione delicata come la separazione dei genitori ad esprimere e gestire le loro emozioni?
Rivolgersi a una psicologa e/o psicoterapeuta che lavora con le famiglie in via di separazione e ricomposte è il primo passo per permettere ai bambini di trovare uno spazio esclusivo, neutro e protetto dove possono esprimere i propri dubbi, sentimenti, paure ed emozioni legati alla separazione dei genitori.
I colloqui con una specialista possono essere considerati un intervento preventivo e di promozione del benessere, che aiuta i bambini a riconoscere le emozioni e a dargli un nome e che quindi ha lo scopo di prevenire i disagi psicologici e i comportamenti non adattivi che potrebbero manifestarsi se queste emozioni non vengono riconosciute e capite.
Anche le consulenze di supporto alla genitorialità rivolte ai genitori sono una risorsa estremamente utile: li aiutano a focalizzarsi non solo sulle proprie emozioni e sui propri vissuti ma anche su quelli dei loro figli sostenendoli a rimettere in atto comportamenti di cura e supporto che aiutano i bambini ad affrontare meglio la separazione.
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